VOLUME 61, N°1 GENNAIO-MARZO
EDITORIA
Centro Sperimentale per la Promozione della Salute e l’Educazione Sanitaria
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In questo numero
L’approccio globale che caratterizza la nostra Rivista allarga necessariamente il campo dei
con-tributi a corpi disciplinari affini, che sono comunque attinenti alla promozione della salute;
essi divengono centrali per “fare sistema” e rendere sempre meglio comprensibile ed applicabile il
concetto di “integrazione” fra tutte le problematiche sanitarie e di salute. Apre la serie di contributi
Ambrogio Santambrogio con un tema dedicato all’integrazione tra saperi; “la scienza, in medicina
come in tutti gli altri settori (comprese le scienze sociali), vive oggi di specializzazioni. Come
ricomporre i saperi specialistici acquisiti in una conoscenza di insieme e dell’insieme? Un
importante spunto di riflessione e analisi anche per aprire il dibattito con i nostri Lettori.
Ferrannini e Ricci propongono una rassegna di letteratura dedicata alla ricerca, in specie precli-
nica e sperimentale, sui meccanismi di azione delle sostanze d’abuso e sulla loro complessa in-
fluenza sul funzionamento del SNC. I risultati delle analisi nell’ambito della prevenzione, della
clinica e del trattamento, impongono di agire sui fattori ambientali protettivi - i contesti fami-liari e
sociali -, sullo sviluppo delle abilità personali per far fronte agli eventi di vita stressanti. Si rende
necessaria la costruzione di un atto di cura che ponga al centro il valore del singolo, una diagnosi
che non sia solo “banalmente” tossicologica ma abbia un forte orientamento sulla persona con i
suoi molti differenti bisogni sempre caratterizzati da sofferenza, senza la possibilità di costruire
gerarchie o rapporti di causa-effetto: in sintesi “medicina nella complessità”.
Francesca Gallè et al riportano un modello sperimentale di prevenzione terziaria basato sull’inte-
grazione di attività motoria e supporto motivazionale nel percorso terapeutico del diabete mellito
di tipo 2 Il progetto ha compreso interventi di educazione al movimento ed alla corretta alimen-
tazione, con un programma di attività fisica adattata. Il principale punto di forza del modello è
rappresentato dall’interconnessione tra le diverse figure coinvolte (medici, allenatori, counselors),
che ha permesso di accompagnare e sostenere attivamente i pazienti; è possibile ipotizzare che
l’adozione di tale modello possa comportare un abbattimento dei costi per riduzione delle
ospe-dalizzazioni, minore ricorso alle prestazioni specialistiche ed alla prescrizioni di farmaci.
Le più recenti modifiche demografiche ed epidemiologiche nel nostro Paese hanno richiesto
un’inversione di tendenza culturale e un adeguamento delle risposte assistenziali. A fronte di una
una medicina sempre più specializzata, i pazienti cronici necessitano di risposte integrate e
multidisciplinari, trasversali ai diversi ambiti di assistenza. L’articolo di Viola Amprino et al
descrive il complesso e articolato Progetto P.I.C.A.S.S.O., sviluppato sulla base del paradigma
della sanità di iniziativa, volto al potenziamento della presa in carico del cittadino fragile (età,
patologie croniche, caratteristiche socio-economiche, assunzione di poli-terapie). Anche un ottimo
esempio di integrazione Ospedale - Territorio.
Anna Cirronis et al riferiscono sulle condizioni di salute dei detenuti nelle strutture detentive
umbre nell’ambito di uno studio nazionale, con particolare attenzione ai disturbi psichici. Una
sezione dello studio è riservata alla rilevazione dei fattori di rischio suicidario e alla valutazione
dell’efficacia delle misure preventive attualmente messe in atto. È imperativo etico anche per la
sanità pubblica tutelare la salute di questa popolazione particolarmente fragile: strutturare una
raccolta e analisi stabile e sistematica dei dati sanitari è utile al fine di contribuire a miglio-rare le
condizioni di vita e di salute dei soggetti e attuare interventi terapeutici più adeguati ai loro reali
bisogni. L’articolo di Alberto Caoci e Eleonora Cocco espone i risultati di una ricerca qualitativa
sui vissuti e le esperienze di sofferenza tra le persone affette da sclerosi multipla. La studio è
stato svolto attraverso l’analisi di contenuto delle narrazioni di persone affette da questa
patologia. L’approccio ha evitato di censurare la sofferenza incarnata in esperienze di malattia, di
ridurla a categorie e generalizzazioni che prescindono dai vissuti personali e dal contesto sociale.
I medici - ribadiscono gli Autori - possono dare un contributo significativo per affrontare la
sofferenza dei loro pazienti non solo agendo farmacologicamente sulla loro “patologia” ma anche
contrastando i processi sociali di stereotipizzazione e disabilitazione che trasformano l’esperienza
di malattia cronica in un marchio di disvalore morale. Un vero esempio di promozione della salute
ed empowerment. Relativo alle problematiche degli anziani istituzionalizzati il contributo di Silvia
Memmini et al. I soggetti in questione sono caratterizzati da numerose fragilità che possono
complicarsi in relazione al cambiamento dell’ambiente di vita. È stata effettuata la valutazione
dello stato nutrizionale e del rischio di malnutrizione nei soggetti over 65 ricoverati nelle
Residenze Sanitarie Assistite dell’ASL Toscana Nordovest- zona di Lucca; i risultati dello studio
confermano che il cambiamento dello stile di vita successivo all’istituzionalizzazione richiede una
valutazione costante dello stato nutrizionale dell’anziano. Affinché l’intervento preventivo risulti
efficace è necessario che la gestione nutrizionale venga attuata sin dalla fase di scelta degli
alimenti e pertanto è indispensabile la formazione di tutti gli operatori coinvolti nella preparazione
e nella distribuzione degli alimenti.
Chiude questo primo numero dell’annata 2017 l’articolo di Molisso e Carbone che riporta uno
studio sulla prevalenza della patologia della colonna vertebrale in un campione costituito da 1392
Agenti della Polizia Locale di Napoli. Si evidenzia che l’esposizione a condizioni clima-tiche
sfavorevoli e l’obbligo del mantenimento della postura eretta, fattori coesistenti negli addetti alla
regolazione del traffico veicolare, hanno una maggiore potenzialità di determinare danni alla
colonna vertebrale.