VOLUME 62, N°3 LUGLIO-SETTEMBRE
EDITORIA
Centro Sperimentale per la Promozione della Salute e l’Educazione Sanitaria
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In questo numero
Apriamo questo numero con un approfondimento sul tema della Medicina Narrativa, i suoi nuclei
concettuali e le sue applicazioni in ambito di cura, prevenzione e promozione della salute, il suo
complesso interfacciarsi con la Medicina (e la Prevenzione) basata sull’evidenza.
Giorgio Bert e Silvana Quadrino avviano il discorso: a partire dal rischio che la Medicina Narrativa
diventi una moda, preda di diverse discipline - o una nuova disciplina, tra le tante, da insegnare
nel vasto ambito delle scienze mediche - illustrano approfonditamente il concetto di narrazione e
il ruolo e la responsabilità del professionista socio-sanitario nella relazione narrativa, elemento
fondante la Medicina Narrativa e lo stesso atto di cura.
Il ricco lavoro di Anna Chiara Scardicchio muove dall’analisi dei nessi tra Medicina Narrativa e
Prevenzione. Afferma l’Autrice “Medicina Narrativa è opzione filosofica, etica, scientifica, politica,
non solo pratica, metodo e strategia comunicativa. E’ opzione di prendersi cura del potenziale di
azione, tanto salutogenico quanto patogenico, delle parole”. Affermazione di peso che colloca la
Medicina Narrativa ben salda all’interno della strategia di promozione della salute.
Proprio quest’ultimo aspetto è riaffermato da Paolo Trenta e Stefania Polvani, i quali analizzando
congiuntamente presupposti epistemologici e metodologici della Medicina Narrativa e punti
chiave della promozione dalla salute evidenziano come il processo della narrazione si riconnetta
all’empowerment del soggetto.
Chiude la sezione dedicata Pierluigi Brustenghi: la sua analisi ricostruisce le origini e la “storia”
della costruzione narrativa, quale strumento utilizzato da sempre e idoneo ad affrontare il
pericolo, strumento dunque perfettamente coerente per sfidare la malattia e tutelare la salute.
Segue la sezione Altri Contributi. La disgiunzione tra vita e vita in salute è fenomeno centrale per
la sanità pubblica: quali le potenzialità della prevenzione e della promozione della salute per le
principali malattie croniche degenerative? E’ questo il grande quesito da cui muove il lavoro di
Carlo Romagnoli e Serena Amici. L’articolo inquadra il tema della demenza, quale caso
paradigmatico: quadro epidemiologico, evidenze su fattori di rischio e di protezione, azioni efficaci
a posticipare l’insorgenza e a ridurre la disabilità evitabile sono descritte analiticamente. Le
evidenze disponibili depongono per una “insospettata ampiezza” dei benefici di azioni di
promozione e di prevenzione primaria e secondaria anche nei confronti di una patologia come la
demenza, troppo spesso vista come irrimediabile dai professionisti del Servizio Sanitario
Nazionale.
Al ruolo del pediatra come educatore sanitario è dedicato il contributo di Pio Russo Krauss e Lisa
Maione; gli Autori riferiscono i risultati di un’indagine conoscitiva sui genitori finalizzata a rilevare
atteggiamenti e comportamenti dei pediatri relativamente alle loro azioni di promozione di stili di
vita sani nei bambini: si evidenzia un quadro non adeguato che sollecita una maggiore attenzione
alla formazione.
Chiudono questo numero Sara Diamare et al con il loro studio di valutazione di efficacia di una
metodologia interdisciplinare di promozione della salute centrata sull’empowerment psico-
corporeo. Il progetto è stato sviluppato a Napoli su un gruppo di studenti universitari. E’ riportata
in dettaglio sia la fase operativa che valutativa.