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VOLUME 62, N°2 APRILE-GIUGNO
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EDITORIA
Sistema Salute La Rivista Italiana di Educazione Sanitaria e  Promozione della Salute La Salute Umana Libri CeSPES
Centro Sperimentale per la Promozione della Salute e l’Educazione Sanitaria
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2018
In questo numero  Compongono questo numero una miscellanea di contributi che spaziano su tematiche  diversificate appartenenti al dominio centrale “sistema salute”.
I primi due lavori sono  riconducibili al tema delle dipendenze: Francesco Scotti, a partire dall’analisi di un testo  autobiografico di una tossicodipendente valuta l’utilizzo di tale strumento all’interno dei servizi  specialistici per la salute mentale. La raccolta di storie esemplari consente di accedere alla  soggettività, al vissuto del soggetto e costituisce per il professionista un’occasione per aprirsi a  più ipotesi, all’incertezza e alla complessità di una risposta personale e unica nella presa in  carico. Rosolino Vico Ricci et al – dopo un esame accurato dei più recenti Report internazionali e  nazionali sui consumi di sostanze – presentano l’articolato quadro delle azioni di prevenzione e la  valutazione della loro efficacia per la riduzione dell’abuso, evidenziando le prospettive per un  rafforzamento degli interventi e i punti chiave sui quali fare leva.  Gloria Raguzzoni et al riferiscono una ricerca – formazione – intervento su un Corso di Salute  Globale condotto all’Università di Bologna. Fulcro dell’esperienza la partecipazione e  l’interdisciplinarietà, entrambi elementi positivi per l’apprendimento e lo sviluppo di competenze  dello studente, ma non facilmente assorbibili nei tradizionali corsi di laurea universitari. Il  contributo di Franca Beccaria et al fornisce la descrizione metodologica del programma “Diario  della Salute” rivolto a preadolescenti e realizzato nella scuola con l’obiettivo di promuovere il  benessere attraverso il potenziamento delle competenze emotive e sociali e il miglioramento della  relazione genitore-figlio. Il progetto costituisce un’esperienza significativa per lo sforzo in termini  di valutazione dell’intervento. Tra i risultati si evidenzia l’acquisizione di una maggiore capacità  nel riconoscere le proprie emozioni e i propri vissuti, e migliori capacità interpersonali ed  empatiche nel relazionarsi con altri significativi. Si è riscontrata un’alta adesione da parte di  operatori sanitari, insegnanti e genitori. La finalità principale, da cui nasce e si articola il progetto  riportato – nel loro articolo – da Silvia Masci et al è quello di favorire la cultura di una “Scuola  alberghiera che promuove salute” integrando in maniera stabile educazione, formazione e norme  sul tema del benessere e degli stili di vita sani, attraverso relazioni costruttive tra docenti e  studenti. E’ stata utilizzata una metodologia attiva esperienziale: incontri formativi rivolti ai docenti  e agli operatori scolastici sui temi del benessere; laboratori su temi di salute; laboratori culinari;  laboratori di benessere personale e relazionale; creazione e degustazione di ricette e bevande  sane durante la “Giornata della Salute”. Il tutto ha creato un processo di sensibilizzazione nei  docenti e nel personale scolastico che ha favorito il miglioramento della qualità degli interventi  educativi curriculari.   L’aumento della prevalenza del diabete mellito di tipo 2 ha un impatto rilevante sulla salute  pubblica. Una corretta gestione della malattia, attuata dagli stadi iniziali, permette di prevenire  l’insorgenza e la progressione delle complicanze; l’assistenza alle persone con diabete può  quindi essere considerata un modello per la gestione della cronicità. Il per- corso del Progetto  Diabete, attuato nell’Azienda USL Umbria 1, prevede l’applicazione del “Chronic Care Model”,  caratterizzato dalla gestione integrata e attiva dei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2  attraverso la formazione di un team multidisciplinare che coinvolge medici di medicina generale,  infermieri dei Centri di Salute e delle medi- cine di gruppo coinvolte, medici diabetologi e medici di  distretto. Alessandra Rocca et al ne descrivono le fasi organizzative metodologiche e i primi  risultati: si delinea dai dati raccolti un quadro di stabilità clinico-metabolica che consente al  paziente di proseguire il percorso nel setting della Medicina Generale, anche nell’ottica di una  razionalizzazione delle risorse. Il lavoro di Simona Dei et al descrive “Reti cliniche integrate e  strutturate”, modello di medicina proattiva per la gestione della cronicità, complessità e fragilità, in  accordo con i principi del «Population Health Management» che si sta sviluppando nell’Azienda  USL Toscana Sud-Est. Sono riportati i requisiti organizzativi del modello e i primi risultati tra i  quali una riduzione di prestazioni specialistiche e del tassi di ospedalizzazione per cardiopatia  ischemica. L’aspettativa di vita nella popolazione mondiale è aumentata nel corso degli ultimi anni  e nella regione europea il tasso di invecchiamento è il più alto al mondo, il che rende necessario  interventi che possano garantire un invecchiamento “sano e attivo”. Il progetto “Metti in moto la  terza età” – riportato da Claudia Ranucci et al – ha previsto un percorso formativo finalizzato a  promuovere tra gli anziani la pratica di un adeguato movimento e corrette scelte alimentari,  attraverso un programma di attività fisica e incontri di educazione alimentare. Sono state condotte  misurazioni antropometriche e somministrati questionari per valutare l’aderenza alla dieta  Mediterranea e lo stato di salute riferito. Il progetto ha portato a risultati molto soddisfacenti dal  punto di vista antropometrico e delle abitudini alimentari. Dall’esperienza emerge che un  programma che preveda attività motoria strutturata e supervisionata da personale qualificato,  insieme a incontri dedicati alla sana alimentazione, può giocare un ruolo fondamentale nel  migliorare lo stato di salute percepito dalle persone anziane.